Meo Fusciuni
L'Oblio
Nel tempo di questo viaggio ho attraversato la mia cultura natìa, le influenze di Pasolini e Antonello da Messina, ho raccontato lo stato Narcotico del sacro, ho rivisto la mia Palermo. Ho percorso le profondità, fino a raccontare le memorie più intime e a volte più dolorose del nostro sopito passato. Ho proseguito questo cammino in un rituale popolare, fiabesco, onirico e occulto, a quest’odore ho dato un numero, Odor 93. Ho promesso a me stesso, come un anatema, di perseguire il mio cammino con volontà e amore. Adesso avevo bisogno di trovare la pace, la quiete assoluta, la ricerca dell’equilibrio, il desiderio d’incontrare una diversa spiritualità, una pace che fluttua come un battello su un lungo fiume. L’ho trovata nel significato stesso della parola L’oblìo, e in un luogo molto lontano. Ho percorso un lungo viaggio per andare a cercare qualcosa che chiudesse questo triangolo magico, ho cercato una spirale luminosa, il suo cuore vegetale e il suo corpo di polvere e terra. Nell’arco di questo anno vissuto alla ricerca dell’oblìo e del suo odore, tante sono state le influenze fisiche e spirituali, un viaggio in Cambogia e le lunghe navigazioni sul Mekong, la minuziosa ricerca di materie prime sempre più pure, lo studio della memoria olfattiva come inizio di ogni processo di creazione.
Alla fine di questo cammino ho capito che non volevo più ricordare, volevo solo perdermi nell’oblìo della mia ricerca, e stare in quiete.
Dimenticare era diventata la mia salvezza, la mia pace. "
Meo Fusciuni